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In questa pagina puoi trovare tutte le argomentazioni relativa alle prestazioni che possiamo offrirti

TERAPIE INFILTRATIVE
Che cos’è la terapia infiltrativa?
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OZONOTERPIA
Che cos’è l'ozonoterapia?
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MESOTERAPIE
Che cos’è la mesoteriapia?
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MANIPOLAZIONI VERTEBRALI
Che cos'è la manipolazione vertebrale?
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NEURALTERAPIA
Che cos’è la neuralterapia?
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AGOPUNTURA
Che cos’è l'agopuntura
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POSTUROLOGIA
Che cos’è la posturologia?
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PROLOTERAPIA
Che cos’è la proloterapia?
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Trattamento

Terapie infiltrative

La terapia infiltrativa intra-articolare e loco-regionale muscolo-tendinea costituisce una efficace, sicura e rapida terapia per molteplici patologie muscolo-scheletriche.

Non si tratta di terapie chirurgiche né artroscopiche, bensì di trattamenti ambulatoriali mini-invasivi, condotti con ago sottile in sicurezza e precisione, a volte con assistenza di ecografo, che risultano ottimamente tollerati dal paziente.

Esse determinano una rapida regressione della sintomatologia dolorosa e della limitazione funzionale in un’alta percentuale dei casi, quasi sempre con pochi interventi.

FAQ

terapie infiltrative

Proviamo a rispondere alle principali domande  relative al trattamento.

  • SPALLA DOLOROSA (la cosidetta PERIARTRITE, sindrome da conflitto subacromiale, calcificazione dei tendini della cuffia dei rotatori, borsite, capsulite adesiva, tenosinovite del tendine del capo lungo del bicipite, artrosi, lesioni parziali e complete della cuffia dei rotatori)
  • ARTROSI DELL’ANCA E DEL GINOCCHIO
  • BORSITE NEI VARI DISTRETTI ARTICOLARI
  • TENDINOPATIA ACHILLEA ACUTA E CRONICA
  • EPICONDILITE- EPITROCLEITE
  • FASCITE PLANTARE
  • SPERONE CALCANEARE
  • CISTI DI BAKER DEL GINOCCHIO
  • JUMPER’S KNEE (TENDINOPATIA ROTULEA ACUTA O CRONICA DEL SALTATORE)
  • MORBO DI DE QUERVAIN (TENOSINOVITE DELL’ABDUTTORE LUNGO ED ESTENSORE BREVE DEL I° DITO DELLA MANO)
  • SINDROME RETTO-ADDUTTORIA (PUBALGIA DEL CALCIATORE)

Considerando le tre grandi categorie di farmaci utilizzati (acido ialuronico, cortisonici, anestetici locali) e le due principali classi di terapia infiltrativa (iniezioni intra-articolari ed extrarticolari) si può affermare nel complesso che:


  • il razionale della metodologia consiste nello sfruttare la specifica azione farmacologica dell’agente impiegato in modo locale e selettivo sull’area patologica e/o dolente.
  • il vantaggio conseguente è quello di potenziare l’effetto benefico, garantendo la massima concentrazione di principio attivo solo dove serve, evitandone una distribuzione sistemica e prevenendo così sia un uso aspecifico della sostanza iniettata, sia possibili effetti collaterali.

Personalmente da parecchi anni non utilizzo più farmaci a base di CORTISONE in quanto un eccessivo numero d’infiltrazioni di cortisone può indebolire tendini, legamenti, ossa ed altre strutture che partecipano all’articolazione. Inoltre, la piccola quota di farmaco che entra in circolo può risultare importante per alcune categorie di pazienti (diabetici, pazienti in terapia con Coumadin, immunodepressi, ipertesi, pazienti con osteoporosi). Utilizzo esclusivamente ACIDO JALURONICO che ha dimostrato un’efficacia antalgica sovrapponibile a quella delle iniezioni intra-articolari di cortisone. Inoltre, l’acido ialuronico è un componente naturale dell’articolazione. Ultimamente ho iniziato ad utilizzare COLLAGEN MEDICAL DEVICES (farmaci contenenti collagene) con grande soddisfazione. Tali farmaci, ripristinando e rinforzando le strutture anatomiche danneggiate, migliorano la mobilità e la funzionalità agendo indirettamente sul dolore.

La terapia eseguita sotto assistenza ecografica, consente elevata PRECISIONE E SICUREZZA. Trattamenti infiltrativi eseguiti sotto visione diretta ecografica, in “real time”, consentono di effettuare una terapia “sartoriale”, ritagliata su misura sullo specifico quadro clinico-ecografico presentato dal paziente.

Normalmente si eseguono dalle 2 alle 4 sedute distanziate di una o due settimane a seconda della patologia da trattare. A volte e necessaria una seduta di mantenimento distanziata di 1-2 mesi.

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Trattamento

ozonoterapia

L’Ozonoterapia è un trattamento medico che consiste nell’introduzione nell’organismo di una piccolo volume di una miscela di ossigeno e ozono ad una determinata concentrazione, questa miscela svolge un’azione analgesica e antinfiammatoria sia localmente che a livello dell’intero organismo. Le tecniche di somministrazione sono numerose e legate alle diverse patologie da trattare.
FAQ

ozonoterapia

Proviamo a rispondere alle principali domande  relative al trattamento.

L’ozono (O3) è una forma di ossigeno, a tre atomi, mentre l’ossigeno presente in natura è formato da due atomi: l’ozono, è quindi una forma di ossigeno potenziata, una specie di “super-ossigeno”, più attiva e con straordinarie proprietà dal punto di vista terapeutico. L’ozono in medicina non è mai utilizzato puro, ma sempre miscelato in piccola percentuale (circa 3%) con l’ossigeno medicale che funge da veicolo. A questa concentrazione l’ozono non ha alcun effetto tossico ma diventa un agente terapeutico molto versatile. In natura si forma nell’atmosfera dove le scariche elettriche colpiscono le molecole stabili di ossigeno (O2), creando così la struttura molecolare instabile dell’ozono. Uno strato di ozono avvolge tutto il pianeta e funziona da schermo parziale contro i raggi ultravioletti, proteggendo così il nostro ecosistema. Le proprietà battericide e fungicide dell’ozono sono note già dalla metà dell’Ottocento. Sulla base di questo principio, nei decenni successivi, è stato utilizzato sempre più spesso per purificare le acque potabili in molte città.
Attualmente più di 4000 comuni in tutto il mondo, tra cui Montreal, Parigi, Los Angeles e Mosca, purificano l’acqua potabile con l’ozono. L’ozono non è stato utilizzato diffusamente in medicina fino alla Prima Guerra Mondiale quando i medici tedeschi lo hanno scoperto come il più efficace disinfettante di ferite e malattie della pelle. In seguito si capì che l’ozono, oltre alla straordinaria capacità di eliminare batteri, virus, spore e muffe, porta anche miglioramenti notevoli alla salute generale dell’organismo. È stato al centro di numerose ricerche negli anni Trenta in Germania dove è stato utilizzato con successo per il trattamento di pazienti affetti da disturbi intestinali, infiammazioni varie, colite ulcerosa, morbo di Crohn e come difesa dalla diarrea batterica cronica.

Il principio fondamentale dell’ossigeno-ozono terapia è semplice. L’uso dell’ozono in medicina si basa sulla convinzione che l’accumulo di tossine nel corpo sia ostacolato dal processo di ossidazione.
Un processo in cui l’ossigeno disattiva le tossine e migliora il funzionamento delle nostre cellule.
L’ossidazione scompone le tossine in anidride carbonica e acqua, eliminandole dal corpo.
Se l’ossigenazione del corpo è debole (per la mancanza di esercizio fisico o a causa dell’inquinamento ambientale, la cattiva alimentazione, la respirazione insufficiente o peggio la pratica di fumare) l’eliminazione delle tossine non è abbastanza efficiente.
In casi lievi un accumulo di tossine può portare a un affaticamento, ma se la scarsa ossigenazione diventa cronica, allora le infezioni crescono e si moltiplicano.
Le terapie a base di ossigeno-ozono sono dunque una valida soluzione per contrastare le infezioni e migliorare l’ossigenazione dell’organismo. L’Ozonoterapia è attualmente insegnata nelle università italiane, attraverso Master universitari di II livello e corsi di perfezionamento. È praticata in molte ASL e strutture ospedaliere. Gli studi scientifici pubblicati sono sempre più numerosi.

L’ossigeno-ozono può essere somministrato per autoemoinfusione, iniezioni intramuscolari, intrarticolari e sottocutanee, o insufflazioni rettali e vaginali. Una volta nel corpo, l’ozono libera atomi di ossigeno che vanno ad attaccare virus e batteri. L’ozono disinfetta, igienizza e rinforza i tessuti malati o carenti di ossigeno. Colpisce i virus e i batteri patogeni, rafforzando le cellule sane. Il tutto migliorando complessivamente il livello di ossigenazione dell’organismo con grandi benefici globali. L’ossigeno-ozono terapia stimola la produzione di globuli bianchi, fondamentali per combattere infezioni e malattie. Regola al meglio l’azione del nostro sistema immunitario. Aumenta inoltre l’erogazione di ossigeno dal sangue alle cellule e l’efficacia dei globuli rossi. Migliora infine l’efficienza del sistema enzimatico che distrugge i radicali liberi in eccesso nel corpo.

Esclusivamente un medico. Sono molti gli specialisti che effettuano l‘ozonoterapia perché l’ozono può essere un trattamento efficace in molte patologie. L’ozonoterapia è molto utilizzata da specialisti in anestesia e terapia del dolore, da ortopedici e neurochirurghi e fisiatri.

L’ozono viene prodotto da una un’apposita apparecchiatura che trasforma l’ossigeno medicale in ozono e lo rende disponibile per l’immediata somministrazione.

L’ozono è irritante solo se inalato. Non esiste un’allergia all’ozono, esattamente come non esiste un’allergia all’ossigeno. Un antico adagio medico sostiene che “è la dose che fa il veleno” quindi l’ozono si comporta nella stessa maniera, tossico a concentrazioni elevate ma benefico a basse concentrazioni. L’uso medico dell’ozono consiste appunto nell’utilizzarlo a piccolissime concentrazioni, e alle dosi stabilite dai moderni protocolli scientifici, così che manifesti solo effetti positivi sull’organismo.

Favismo. Ipertiroidismo in fase di scompenso. Gravidanza.  Al di fuori di questi pochi casi, non vi sono controindicazioni di sorta: qualunque età e condizione patologica è compatibile con l’Ozonoterapia.

Nell’intraformale TAC-guidata la miscela di gas ossigeno ozono viene iniettata a livello del cosiddetto forame di coniugazione, cioè esattamente il punto in cui nasce il nervo e dove risulta compresso dall’ernia.
Il primo meccanismo d’azione è dovuto all’ozono che, nel muscolo, si dissolve nell’interstizio dando luogo alla formazione di composti denominati ROS e LOP, questi composti sono responsabili della stimolazione dei nocicettori C locali causando un dolore transitorio responsabile dell’effetto antalgico di lunga durata.
L’azione antinfiammatoria è dovuta al fatto che la miscela di ossigeno-ozono favorisce l’eliminazione delle sostanze mediatrici del dolore e dell’infiammazione, come l’istamina, la serotonina, le prostaglandine e alcune citochine che determinano infiammazione.

Il paziente viene posizionato sul lettino prono (a pancia in giù). Viene effettuata una prima scansione TAC per valutare il punto più opportuno in cui introdurre l’ago. Il puntatore laser della TAC proietterà a questo punto sulla cute del paziente. Una volta introdotto l’ago, viene effettuata una seconda ed eventualmente una terza scansione TAC per verificare il corretto posizionamento dell’ago e si procede quindi all’infiltrazione. Verrà infine effettuata un’ulteriore scansione per verificare che l’ozono sia arrivato nel punto desiderato.

La maggior parte dei fenomeni di disidratazione dell’ernia e di guarigione del disco avviene entro 6-12 mesi. È probabilmente per questo che la maggior parte degli episodi ACUTI di mal di schiena si riduce spontaneamente entro un anno. 

Da una settimana a un mese. Solitamente è sufficiente una sola applicazione per ottenere almeno un buon miglioramento o addirittura una completa risoluzione della sintomatologia. Se necessario l’infiltrazione di ossigeno-ozono può essere ripetuta a distanza di 3-4 settimane

Certamente. L’ozonoterapia è compatibile con qualunque altra terapia, per cui il paziente può iniziare subito i trattamenti, senza pericolo d’interazione con altri farmaci. Con il progredire dei miglioramenti sarà poi eventualmente possibile ridurre i farmaci assunti o eliminarli del tutto se non più necessari.

La procedura non è dolorosa per il paziente. Il fastidio provato è paragonabile a quello di una banale iniezione intramuscolo.
La percentuale di casi con riscontro positivo è elevata? La percentuale di pazienti che rispondono positivamente è valutabile nell’80-85% dei casi secondo la nostra casistica, anche perché la si applica solo su pazienti in cui si ritiene ci possa essere un risultato positivo.

Il paziente può tornare immediatamente a casa e può anche guidare tranquillamente l’automobile.

Nell’intraformale TAC-guidata la miscela di gas ossigeno ozono viene iniettata a livello del cosiddetto forame di coniugazione, cioè esattamente il punto in cui nasce il nervo e dove risulta compresso dall’ernia.
Il primo meccanismo d’azione è dovuto all’ozono che, nel muscolo, si dissolve nell’interstizio dando luogo alla formazione di composti denominati ROS e LOP, questi composti sono responsabili della stimolazione dei nocicettori C locali causando un dolore transitorio responsabile dell’effetto antalgico di lunga durata.
L’azione antinfiammatoria è dovuta al fatto che la miscela di ossigeno-ozono favorisce l’eliminazione delle sostanze mediatrici del dolore e dell’infiammazione, come l’istamina, la serotonina, le prostaglandine e alcune citochine che determinano infiammazione.

Il paziente viene posizionato sul lettino prono (a pancia in giù). Viene effettuata una prima scansione TAC per valutare il punto più opportuno in cui introdurre l’ago. Il puntatore laser della TAC proietterà a questo punto sulla cute del paziente. Una volta introdotto l’ago, viene effettuata una seconda ed eventualmente una terza scansione TAC per verificare il corretto posizionamento dell’ago e si procede quindi all’infiltrazione. Verrà infine effettuata un’ulteriore scansione per verificare che l’ozono sia arrivato nel punto desiderato.

La maggior parte dei fenomeni di disidratazione dell’ernia e di guarigione del disco avviene entro 6-12 mesi. È probabilmente per questo che la maggior parte degli episodi ACUTI di mal di schiena si riduce spontaneamente entro un anno. 

Da una settimana a un mese. Solitamente è sufficiente una sola applicazione per ottenere almeno un buon miglioramento o addirittura una completa risoluzione della sintomatologia. Se necessario l’infiltrazione di ossigeno-ozono può essere ripetuta a distanza di 3-4 settimane

Certamente. L’ozonoterapia è compatibile con qualunque altra terapia, per cui il paziente può iniziare subito i trattamenti, senza pericolo d’interazione con altri farmaci. Con il progredire dei miglioramenti sarà poi eventualmente possibile ridurre i farmaci assunti o eliminarli del tutto se non più necessari.

La procedura non è dolorosa per il paziente. Il fastidio provato è paragonabile a quello di una banale iniezione intramuscolo.
La percentuale di casi con riscontro positivo è elevata? La percentuale di pazienti che rispondono positivamente è valutabile nell’80-85% dei casi secondo la nostra casistica, anche perché la si applica solo su pazienti in cui si ritiene ci possa essere un risultato positivo.

Il paziente può tornare immediatamente a casa e può anche guidare tranquillamente l’automobile.

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Trattamento

mesoterapia omotossicologica riflessa

L’omeomesoterapia utilizza esclusivamente farmaci particolari di tipo omeopatico, denominati farmaci omotossicologici.

L’omotossicologia è un’evoluzione moderna e scientifica dell’omeopatia che considera la malattia come accumulo di tossine nei tessuti con conseguente blocco di alcune funzioni dell’organismo.

Normalmente i farmaci usati in mesoterapia sono a basso dosaggio ed esplicano l’effetto in modo rapido a livello della sede di inoculazione, senza intaccare i tessuti circostanti. Inoltre se si utilizzano prodotti omotossicologici i vantaggi sono ancora maggiori:

  • non provoca reazioni allergiche;
  • non causa effetti collaterali;
  • permette una precisa personalizzazione della terapia;
  • può essere praticata anche in gravidanza e nei bambini.
FAQ

mesoterapia omotossicologica riflessa

Proviamo a rispondere alle principali domande  relative al trattamento.

L’omeomesoterapia utilizza esclusivamente farmaci particolari di tipo omeopatico, denominati farmaci omotossicologici.

L’omotossicologia è un’evoluzione moderna e scientifica dell’omeopatia che considera la malattia come accumulo di tossine nei tessuti con conseguente blocco di alcune funzioni dell’organismo.

Normalmente i farmaci usati in mesoterapia sono a basso dosaggio ed esplicano l’effetto in modo rapido a livello della sede di inoculazione, senza intaccare i tessuti circostanti. Inoltre se si utilizzano prodotti omotossicologici i vantaggi sono ancora maggiori:

  • non provoca reazioni allergiche;
  • non causa effetti collaterali;
  • permette una precisa personalizzazione della terapia;
  • può essere praticata anche in gravidanza e nei bambini.
  • Lombalgia, lombosciatalgia;
  • cervicalgia, cervicobrachialgia;
  • dorsalgia;
  • nevralgie varie;
  • cefalea miotensiva, emicrania;
  • acufeni;
  • ematomi;
  • traumi sportivi;
  • tendiniti-borsiti;
  • fibromialgia;
  • disturbi circolatori.

Per principio si possono trattare tutti, sia adulti che bambini.

L’effetto è, all’inizio, transitorio, per cui la terapia va ripetuta più volte ottenendo una durata della remissione dei sintomi sempre più lunga fino alla loro scomparsa. Si possono fare sedute bisettimanali oppure settimanali.

Con i farmaci omotossicologici si stimola la capacità di auto guarigione del paziente, giungendo alla definitiva eliminazione del carico tossico e alla possibile guarigione. I farmaci utilizzati sono principalmente di tre tipi: modulatori dell’infiammazione/drenanti, stimolatori delle riparazione fisiologica tessutale (organo terapici) e farmaci contenenti collagene con proprietà sia di stimolo riparativo delle strutture lesionate sia di sostegno naturale di tendini e articolazioni.

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Trattamento

manipolazioni vertebrali

Definizione di manipolazione: “è una mobilizzazione passiva forzata che tende a portare le parti di un’articolazione, o l’insieme di più articolazioni al di là del loro movimento abituale, fino al limite del loro movimento anatomico possibile”.

È dunque un movimento che, in diverse direzioni dello spazio, muove il segmento vertebrale in direzione terapeutica.

 

FAQ

manipolazioni vertebrali

Proviamo a rispondere alle principali domande  relative al trattamento.

Definizione di manipolazione: “è una mobilizzazione passiva forzata che tende a portare le parti di un’articolazione, o l’insieme di più articolazioni al di là del loro movimento abituale, fino al limite del loro movimento anatomico possibile”.

È dunque un movimento che, in diverse direzioni dello spazio, muove il segmento vertebrale in direzione terapeutica.

Una manipolazione si esegue in tre tempi:

  • messa in posizione;
  • messa in tensione;
  • impulso manipolativo.

Tutto ciò si accompagna spesso a un crack (scrocchio articolare). Il movimento manipolativo deve essere sempre un movimento preciso, di piccoli movimenti e mai doloroso.

Lo scricchiolamento (crack) non è segno indispensabile per la riuscita della manipolazione. Quando si verifica è una conferma di una avvenuta manipolazione efficace sull’articolazione. Lo scricchiolamento è dovuto a un fenomeno di cavitazione articolare (quando si verificano certe condizioni di direzione e di trazione dei capi articolari), si forma al momento della separazione articolare come una bolla di vuoto nel liquido sinoviale. I gas disciolti in esso vi precipitano e provocano il rumore di scricchiolamento. La bolla di vuoto è allora sostituita da una bolla di gas che vanno a sciogliersi nel liquido sinoviale.

Generalmente, la manipolazione è accompagnata da un rumore di schiocco, che indica che l’ampiezza del movimento è stata sufficiente a vincere le resistenze periarticolari e permettere una brusca separazione delle superfici articolari. A livello del rachide sono le articolazioni posteriori ad essere responsabili di questo rumore di schiocco. Indipendentemente dalla definizione adottata dai diversi autori, tutti insistono sull’importanza della spinta volontaria, breve e sempre controllata, applicata al o ai livelli vertebrali designati dopo la messa in tensione. Le tecniche manipolative sono numerose. Schematicamente vengono abitualmente distinte in tre tipi: Manipolazioni dirette, che sono delle pressioni eseguite sulla colonna stessa; Manipolazioni indirette, che utilizzano bracci di leva naturali, costituiti dalla testa, le spalle, il bacino o le gambe, grazie ai quali si può mobilizzare il rachide; Manipolazioni semi-indirette, che utilizzano contemporaneamente un appoggio diretto ed un appoggio a distanza.


Le manipolazioni vertebrali, uscite dal contesto non medico e delle dottrine medico filosofiche sono entrate a pieno titolo nell’arsenale terapeutico universalmente riconosciuto per il trattamento dei disturbi vertebrali comuni. Ciò grazie anche a R. Maigne che per primo ha saputo dare a questa disciplina una spiegazione scientifica del loro funzionamento ed ha elaborato un vero e proprio metodo clinico e terapeutico utilizzando tecniche manipolative.

La manipolazione vertebrale è un atto medico in quanto come per qualsiasi altra terapia è necessario che sia preceduta da una corretta diagnosi e solo il medico ha gli strumenti, la competenza e la tutela giuridica per formularla. Come tutti i trattamenti medici specialistici, anche il trattamento con manipolazione vertebrale presuppone delle precise indicazioni e controindicazioni. I rischi di incidenti o addirittura di accidenti, possono richiedere in ogni momento, nell’ambito stesso del trattamento, una diagnosi ed una decisione terapeutica che solo un medico specialista qualificato potrà essere in grado di effettuare. E’ evidente perciò che non si tratta di una semplice manovra di mobilizzazione.

La manipolazione vertebrale è un atto medico ben preciso le cui coordinate di movimento sono il frutto di un esame clinico pre-manipolativo ben preciso.


Si deve manipolare il paziente, nel tratto di colonna vertebrale interessato dal DIM (disturbo vertebrale minore), nella direzione opposta a quella che causa dolore se rimasta libera nel movimento e priva di dolore: regola del non dolore e del movimento contrario (R. Maigne).


La seduta manipolativa avviene secondo una metodologia che prepara il paziente alla manipolazione vertebrale finale e nello stesso tempo permette all’operatore di analizzare le reattività tessutali locali conseguenti le sue manovre.


La seduta comprende tre tappe:


– manovre di decontrazioni generali e locali;

– manovre di mobilizzazione orientate;

– manovre di manipolazione propriamente dette.

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Trattamento

neuralterapia

La neuralterapia secondo Huneke è una tecnica neuro-riflessa che agisce ripolarizzando e stabilizzando i campi di disturbo e ripristinando il normale potenziale di membrana.

FAQ

neuralterapia

Proviamo a rispondere alle principali domande  relative al trattamento.

La neuralterapia secondo Huneke è una tecnica neuro-riflessa che agisce ripolarizzando e stabilizzando i campi di disturbo e ripristinando il normale potenziale di membrana. Fra le tecniche considerate riflesso-terapeutiche, la terapia neurale è l’unica con caratteristiche ipostimolative. A differenza di molte altre riflessoterapie che si considerano iperstimolative, la terapia neurale viene effettuata mediante un blocco anestesiologico tissutale. Si cerca cioè di trovare e inibire il cosiddetto campo disturbante, quale spina irritativa che provoca e sostiene nel tempo una patologia funzionale.

La neuralterapia si prefigge lo scopo di localizzare e annullare dei campi di disturbo presenti nel corpo. I campi di disturbo più comuni sono: cicatrici da ferita da taglio, cicatrici chirurgiche, focolai cronici, tessuti traumatizzati. Le cicatrici patogenetiche sono in genere facilmente localizzabili per il loro aspetto, in genere di tipo cheloideo e specialmente per il colore: pallide o rosso-violaceo. La loro neutralizzazione si esegue classicamente con infiltrazione di anestetico, principalmente lidocaina.

Questa tecnica terapeutica è assolutamente indispensabile per il trattamento posturale in quanto permette il silenziamento delle afferenze dolorose patogene liminali e subliminali che, originando dalla cicatrice disturbante, determinano un aumento di tono dei muscoli segmentari, creando delle tensioni asimmetriche che influiscono a lungo andare con la postura.

Quante sedute sono necessarie per ottenere un beneficio?

L’effetto è, all’inizio, transitorio, per cui la terapia va ripetuta più volte ottenendo una durata della remissione dei sintomi sempre più lunga fino alla loro scomparsa. Si possono fare sedute settimanali oppure si può re-infiltrare la zona interessata solo al ricomparire dei disturbi, con una tempistica che è del tutto variabile e individuale, dipendendo essa dallo stato del sistema di regolazione di base del singolo soggetto.

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Trattamento

agopuntura ad indirizzo riflessoterapico

La riflessoterapia agopunturale è la pratica dell’agopuntura secondo la moderna medicina scientifica. A differenza della medicina classica cinese, fondata sulla teoria energetica dei meridiani, la riflessoterapia si basa su fondamenti di fisiologia, patologia e clinica medica proprie della nostra medicina ufficiale.

FAQ

agopuntura ad indirizzo riflessoterapico

Proviamo a rispondere alle principali domande  relative al trattamento.

L’Agopuntura (針灸 zhēn jiǔ in cinese mandarino) è una tecnica terapeutica, che si prefigge di promuovere la salute ed il benessere, mediante l’inserimento di aghi in particolari punti del corpo. Attraverso la stimolazione degli aghi è possibile attivando un meccanismo neuro riflesso, che coinvolge il Sistema Nervoso Autonomo, ottenere un effetto terapeutico su organi e funzioni che si trovano inserite nel suddetto circuito riflesso. Agisce inoltre attivando numerosi meccanismi bioumorali (endorfine, serotonina, ormoni) per riequilibrare quelle funzioni alterate dell’organismo che stanno alla base della malattia. Tali sostanze sono alla base dell’effetto antalgico riflesso terapico che si ottiene con l’adeguata stimolazione degli aghi.

In base alla sentenza della Corte di Cassazione del 19/07/82 la pratica dell’agopuntura in Italia è riservata esclusivamente ai laureati in Medicina e Chirurgia in quanto è considerata”atto medico”. Il non medico che pratica l’agopuntura commette quindi il reato di “esercizio abusivo della professione medica” ed è passibile di denuncia penale. L’agopuntura è un atto medico in quanto come per qualsiasi altra terapia è necessario che sia preceduta da una corretta diagnosi e solo il medico ha gli strumenti, la competenza e la tutela giuridica per formularla.

I vantaggi della riflessoterapia agopunturale consistono nell’ampio numero di patologie che possono essere trattate e nella assenza di utilizzo di farmaci o la possibilità di ridurne il dosaggio quando questi non possono essere completamente eliminati. Questo significa eliminare o ridurre gli effetti collaterali e la tossicità dei farmaci.

 

L’agopuntura neuroriflessa consiste nell’infissione di aghi: a volte vengono utilizzati aghi propri da agopuntura, altre volte si utilizzano aghi da siringa di vario calibro per mezzo dei quali è possibile l’infiltrazione con semplice soluzione fisiologica. Il paziente si spoglia e si posiziona sul lettino generalmente sdraiato (supino o prono). Il medico agopuntore individua con precisione la localizzazione anatomica dei punti e dopo la disinfezione della cute esegue l’infissione e la stimolazione degli aghi.

Normalmente l’infissione è indolore tanto è vero che anche i bambini all’età di 7-8 anni possono già sottoporsi a tale tipo di trattamento. Gli aghi rimangono infissi mediamente 15-20 minuti (salvo casi particolari). Durante tale periodo il paziente avverte un piacevole e profondo senso di rilassamento che spesso si protrae fino al giorno dopo la seduta.

Il numero e il ritmo delle sedute variano a seconda della patologia trattata e della risposta individuale del paziente. Le patologie acute hanno bisogno di poche sedute ravvicinate (2-3 alla settimana) mentre le patologie croniche necessitano di un maggior numero di sedute distanziate nel tempo (1 alla settimana). In genere nelle patologie croniche segni di miglioramento si possono riscontrare entro la 5°-6° seduta. Sempre nelle patologie croniche per stabilizzare i risultati vengono eseguite “sedute di mantenimento” distanziate nel tempo il cui numero e ritmo sono stabilite dal medico agopuntore. In media un ciclo necessita di 8/10 sedute, la frequenza sarà comunque decisa in base alla gravità della patologia.

L’agopuntura è indicata per svariate patologie. In base all’esperienza personale il Dott. Zattin utilizza tale metodica prevalentemente per le seguenti patologie ed in particolare quando queste sono di carattere cronico:

  • lombalgia, lombosciatalgia;
  • cervicalgia, cervicobrachialgia;
  • dorsalgia;
  • nevralgie varie;
  • cefalea miotensiva, emicrania.

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Trattamento

posturologia

La posturologia è la disciplina che si occupa dello studio scientifico e clinico della postura umana in statica e in dinamica. La postura è l’insieme delle strategie attuate dal nostro sistema tonico-posturale per interagire in statica e in dinamica con lo spazio circostante contro la gravità nel massimo comfort e con il minimo dispendio di energie. La postura corretta è la risultante muscolare di un equilibrio che coinvolge l’organismo nella sua globalità somatica, neuroendocrina ed emozionale.

I recettori periferici (piedi, occhi, bocca, cute, orecchio interno) inviano dei messaggi al sistema nervoso centrale che li elabora continuamente in base al confronto tra le informazioni provenienti in entrata e lo schema motorio registrato nella memoria cerebrale attivando il sistema tonico posturale. Se il messaggio inviato dal sistema recettoriale è alterato la risposta del cervello sarà eccessiva pertanto determinerà l’instaurarsi di circuiti patologici con conseguente squilibrio posturale.

FAQ

posturologia

Proviamo a rispondere alle principali domande  relative al trattamento.

Se tutto funziona al meglio, per ogni persona e per ogni posizione esiste un rapporto ideale fra i vari segmenti corporei. Nella vita di tutti i giorni, i recettori propriocettivi si sregolano facilmente ed appare allora un disturbo del sistema tonico posturale. Questo disequilibrio è responsabile di sollecitazioni e pressioni anormali del sistema locomotore alla base di numerose patologie che portano poi dolore, infiammazione, contrattura, tendinite, blocchi vertebrali e progressivamente nel tempo, a deformazioni e lesioni. La riprogrammazione posturale globale è un metodo che, dopo un attento esame dei recettori coinvolti nel mantenimento della postura (piedi, occhi, bocca, cicatrici cutanee), consente di riprogrammare il lavoro dei recettori stessi. Dopo aver valutato quali siano i recettori che possano compromettere la statica ed essere causa di squilibrio e dolore, si interviene mediante la correzione dei recettori stessi avvalendosi per il piede di solette estero-propriocettive, per l’occhio nella correzione di disturbi di convergenza mediante esercizi ottici abbinati all’uso di magneti e colliri, per le cicatrici con la loro neutralizzazione mediante infiltrazione con anestetico, per i problemi occlusali mediante l’uso di bite o con lavoro cranio-sacrale e per i micro galvanismi eliminando le correnti endorali dovute ai polimetallismi.

E’ prevista una analisi strumentale posturografica ed un esame clinico. L’indagine strumentale consiste nell’analisi computerizzata degli spostamenti del baricentro corporeo, delle oscillazioni posturali e dell’influenza dei vari recettori (occhi, bocca, orecchio) sulla postura (stabilometria) e l’analisi computerizzata dell’assetto posturale nelle tre dimensioni dello spazio.

Nella sezione clinica viene studiato l’assetto posturale, il tono muscolare, l’appoggio del piede, la convergenza degli occhi, il parallelismo degli assi visivi, l’occlusione mandibolare e tutto ciò che può interferire con lo schema corporeo ottimale per ogni individuo.

 

Molto spesso i terapeuti curano i sintomi: dolori, tendiniti, mal di testa, bruxismo, difetti di occlusione, scoliosi, ma NON curano le cause.

La Riprogrammazione Posturale Globale o Reingrammazione o Ricalibrazione (secondo il metodo del dott. Bricot) cura le cause riportando, per quanto possibile, il corpo nel suo insieme, in equilibrio.

Con l’approccio posturologico si ottiene un inquadramento clinico completo se viene svolto da un medico specialista, unica figura sanitaria in grado di escludere, tramite una adeguata diagnosi differenziale, patologie organiche che non troverebbero beneficio da tale approccio.

Normalmente il percorso di riprogrammazione posturale si articola in 12 mesi; il paziente deve eseguire nel corso dell’anno solo 5 o 6 controlli posturali nei quali si valutano le eventuali modifiche alle suolette e agli esercizi proposti. Dopo tale periodo la riprogrammazione può essere considerata completa, in alcuni casi è però necessario continuare con alcuni ausili o attività consigliate, per mantenere i benefici acquisiti e evitare le recidive.

Tutte le persone che soffrono o hanno sofferto in passato di patologie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico possono sicuramente trarre benefici enormi dalla riprogrammazione posturale. In particolare nell’atleta, ma anche nello sportivo si avranno migliori performances e meno contratture e lesioni. E’ un sistema preventivo!

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Trattamento

proloterapia

La Proloterapia è una metodica americana utilizzata negli U.S.A. da circa 60 anni, è conosciuta come un trattamento non chirurgico per la ricostruzione dei legamenti, dei tendini, delle articolazioni dell’apparato muscolo-scheletrico.

La Proloterapia è una modalità di trattamento del dolore cronico. Si basa sull’assunto che in molti casi il dolore cronico che interessa innumerevoli parti del corpo è dovuto ad una lassità legamentosa e che questa lassità può essere eliminata rinforzando i legamenti mediante iniezioni di sostanze irritanti che stimolino la proliferazione connettivale.

Consiste nell’uso di iniezioni nel trattamento dei difetti di resistenza del tessuto connettivo e nel dolore muscoloscheletrico.

FAQ

proloterapia

Proviamo a rispondere alle principali domande  relative al trattamento.

Nella Proloterapia si utilizza una soluzione di glucosio (zucchero e acqua) che viene infiltrata direttamente nel legamento o nel tendine lesionato/sofferente che è “fissato” all’osso. In questa area debole dopo l’infiltrazione di glucosio si viene a creare una reazione infiammatoria locale acuta con incremento dell’irrorazione sanguina e l’interessamento di fattori della riparazione cellulare che determinano una vera e propria “autoriparazione”. Questa reazione infiammatoria locale scatena a cascata i processi complessi della guarigione con deposito di nuovo tessuto collagene. Il collagene ex-nuovo si riduce durante la maturazione. Il legamento che è stato infiltrato è fisiologicamente più forte e più robusto grazie alla proprietà del collagene portando una stabilità complessa locale. L’aspetto decisamente importante è che l’infiltrazione è mirata alle sole strutture indebolite.

Tale trattamento è assolutamente diverso dai trattamenti con cortisone. Da parecchi anni studi scientifici hanno dimostrato che le infiltrazioni con cortisone indeboliscono i tessuti infiltrati, al contrario con la proloterapia otteniamo un rinforzamento dei tessuti infiltrati (tendini e legamenti).

Dipende molto dalla zona da trattare, in ogni caso, spesso il trattamento è indolore quando viene praticata una buona anestesia locale. L’iniezione di anestetico rappresenta l’unico dolore da sopportare. Per le persone restie all’anestesia locale, si può applicare una pomata anestetica che contribuisce ad annullare il dolore locale.

La proloterapia è efficace in molteplici disturbi dolorosi dell’apparato muscolo-scheletrico. In base all’esperienza personale il Dott. Zattin utilizza tale metodica prevalentemente per le seguenti patologie e in particolare quando queste sono di carattere cronico:

  • lombalgia in spondilolistesi;
  • dolori articolari post-traumatici/distorsioni recidivanti;
  • dolori post-frattura;
  • dolori post-traumatici sportivi.

Principale caratteristica della Proloterapia consiste nel fatto che non si impiegano anitiinfiammatori ne cortisonici. Tale terapia non si limita allo spegimento del sintomo con conseguente risultato poco duraturo, ma elimina la causa del dolore che affligge il paziente innescando in maniera naturale un processo ripartivo-rigenerativo dell’articolazione o della regione legamentosa trattata.

La frequenza ed il numero delle sedute variano in base alla soluzione utilizzata e alla problematica specifica del paziente. In genere tre-sei sedute sono sufficienti, con una frequenza di una seduta ogni due-sei settimane. Molti pazienti ricevono delle sedute di mantenimento ad intervalli sempre meno frequenti fino ad arrivare alla sospensione della cura. Le punture possono accentuare temporaneamente il dolore. Piccoli esercizi fisici, dopo le infiltrazioni, aiutano la distribuzione del farmaco, aiutando il corretto orientamento del collagene da rigenerare. Si associa una supplementazione di minerali e vitamine.

La proloterapia è una procedura estremamente sicura ed inoffensiva, come tutte le terapie ha comunque dei rischi e delle controindicazioni se non eseguita correttamente e da persone esperte. Tali rischi possono essere delle ecchimosi locali, emorragia nell’area infiltrata, tumefazioni locali, incremento iniziale del dolore, rigidità, infezioni.

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